GIUBILEO 2016 – “Q” come QUARESIMA a Monte Cremasco – Angelo Nocent

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papa francesco primo piano_0IL CARISMA E’ UNA GRAZIA. Nella catechesi, papa Bergoglio ha parlato dei carismi della Chiesa: «Fin dall’inizio – ha detto – il Signore ha ricolmato la Chiesa dei doni del suo Spirito, rendendola così sempre viva e feconda, con i doni dello Spirito Santo. Tra questi doni, se ne distinguono alcuni che risultano particolarmente preziosi per l’edificazione e il cammino della comunità cristiana: si tratta dei carismi.

Il carisma, ha proseguito il Papa, è «un talento» che, nella prospettiva cristiana non è solo una qualità personale, ma «una grazia, un dono elargito da Dio Padre, attraverso l’azione dello Spirito Santo. Ed è un dono che viene dato a qualcuno non perché sia più bravo degli altri o perché se lo sia meritato: è un regalo che Dio gli fa, perché con la stessa gratuità e lo stesso amore lo possa mettere a servizio dell’intera comunità, per il bene di tutti».

UN CORPO SOLO. «L’esperienza più bella – ha proseguito papa Francesco -, è scoprire di quanti carismi diversi e di quanti doni del suo Spirito il Padre ricolma la sua Chiesa! Questo non deve essere visto come un motivo di confusione, di disagio: sono tutti regali che Dio fa alla comunità cristiana, perché possa crescere armoniosa, nella fede e nel suo amore, come un corpo solo, il corpo di Cristo. Lo stesso Spirito che dà questa differenza di carismi, fa l’unità della Chiesa: lo stesso Spirito”.

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IL RICCO (EPULONE=BANCHETTATORE) E IL MENDICANTE

(Luca 16, 19-31)

C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe,  bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma“.

Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi“.

E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento“. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro“. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno“. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”. »

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UN UOMO ALLA MODA

C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti“.

C’era un uomo…sembra l’inizio di una favola.

“C’era una volta…” Ma c’è anche ora. Questo genere di persone ce ne sono e ce ne saranno, esistevano al tempo di Gesù e anche oggi. E sono facilmente riconoscibili: uomini, donne che indossano non solo la moda ma quella di lusso, prodotta magari attraverso un lavoro malpagato. Ma a chi la indossa può mai importare?  

E si sono donne e uomini che banchettano quotidianamente, preoccupandosi unicamente di se stessi.
Ma prima di puntare gli occhi su qualcuno è bene che io guardi me stesso perché in questa legione di ricchi, ben vestiti, che mangiano bene, pur senza poter competere con i fuori classe, un modesto posticino alla tavola del benessere, da dove non si vede fuori, riesco a ritagliarmelo anch’io. La società ha questa aspirazione e fa tendenza.
Ma nella parabola il problema non sembra stare tanto nel fatto che il ricco mangi e si vesta bene, che non ha bisogno di nulla e che si circondi di amici festaioli, quanto dal fatto che il protagonista  non è l’INNOMINATO ma un uomo con tanto di nome: LAZZARO…
(
pausa di riflessione)

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Farsi prossimo - Carlo Maria MartiniUn insegnamento del Card. Martini nei suoi interventi sul Corriere della Sera: quello di immedesimarsi nei personaggi delle parabole. «Siamo tutti nei panni del pubblicano, del ricco epulone, del sacerdote e del levita nella parabola del Buon Samaritano».

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