ROSSO PORPORA – Angelo Nocent

cardinali_1ROSSO PORPORA

Frugando nell’archivio residuo di un vecchio blog andato al macero, ho rinvenuto  un’aspirazione del cuore forse un po’ troppo ambiziosa, per non dire presuntuosa.

compagnia-dei-globuli-rossi-logo-23 GLOBULI ROSSI  PICCOLI CARDINALI

Parafrasando Papa Benedetto, avevo scritto:

“Entrando a far parte del Collegio dei Cardinali, [della COMPAGNIA DEI GLOBULI ROSSI] il Signore vi chiede e vi affida il servizio dell’amore:

  • amore per Dio,
  • amore per la sua Chiesa,
  • amore per i fratelli con una dedizione massima ed incondizionata, usque ad sanguinis effusionem, come recita la formula per l’imposizione della berretta e come mostra il colore rosso degli abiti che indossate”. (Benedetto XVI) 

Angelo Nocent - CresimaOggi sono qui a sottoscrivere nuovamente il mandato ricevuto nel giorno della CRESIMA. 

Probabilmente allora ero stato suggestionato dal vescovo  IGNAZIO DI ANTIOCHIA,  che al martirio aspirava senza mezzi termini:

ignazio di antiochiaD’un’altra cosa poi si raccomandava, scrivendo particolarmente ai cristiani di Roma: di non intervenire in suo favore e di non tentare neppure di salvarlo dal martirio.

“Io guadagnerei un tanto – scriveva – se fossi in faccia alle belve, che mi aspettano. Spero di trovarle ben disposte. Le accarezzerei, anzi, perché mi divorassero d’un tratto, e non facessero come a certuni, che han timore di toccarli: se manifestassero queste intenzioni, io le forzerei “.

E a chi s’illudeva di poterlo liberare, implorava: ” Voi non perdete nulla, ed io perdo Iddio, se riesco a salvarmi. Mai più mi capiterà una simile ventura per riunirmi a Lui. Lasciatemi dunque immolare, ora che l’altare è pronto! Uniti tutti nel coro della carità, cantate: Dio s’è degnato di mandare dall’Oriente in Occidente il Vescovo di Siria! “.

Infine prorompeva in una di quelle immagini che sono rimaste famose nella storia dei Martiri: ” Lasciatemi essere il nutrimento delle belve, dalle quali mi sarà dato di godere Dio. Io sono frumento di Dio. Bisogna che sia macinato dai denti delle belve, affinché sia trovato puro pane di Cristo “.

E, giunto a Roma, nell’anno 107, il Vescovo di Antiochia fu veramente  “macinato ” dalle innocenti belve del Circo, per le quali il Martire trovò espressioni di una insolita tenerezza e poesia: “Accarezzatele, scriveva infatti, affinché siano la mia tomba e non faccian restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno “.


San_Filippo_Neri_ritratto_ConcaRicordate?

“Scrupoli e malinconia,  fuori da casa mia !

In realtà, mi aveva colpito questa immagine di SAN FILIPPO NERI, il prete che aveva radunato attorno a sé un gruppo di ragazzi di strada, avvicinandoli alle celebrazioni liturgiche e facendoli divertire, cantando e giocando senza distinzioni tra maschi e femmine, in quello che sarebbe, in seguito, divenuto l’Oratorio e che sarebbe anche diventato cardinale.

Spesso si dimentica che nello stesso periodo, si occupò degli infermi, abbandonati a sé stessi o affidati a pochi volontari, negli ospedali di San Giovanni e Santo Spirito nonché dei poveri nella confraternita della Carità, istituita da papa Clemente VII e nell’oratorio del Divino Amore.

E poi, essendosi fatto sempre più intenso il suo apostolato nei confronti dei bisognosi, tanti dei quali costretti a dormire in rifugi di fortuna, decise su consiglio di Persiano Rosa, suo padre spirituale, di fondare la cosiddetta Confraternita della Trinità, creata appunto per accogliere e curare viandanti, pellegrini e povera gente dei borghi romani.

spirito santo. fuocoNella sua biografia c’è  un aneddoto significativo che fa bene al cuore:

Secondo la tradizione nel 1544, e precisamente nel giorno della Pentecoste, in preghiera presso le catacombe si San Sebastiano, Filippo Neri fu preda di uno straordinario avvenimento (secondo il santo un’effusione di Spirito Santo) che gli causò una dilatazione del cuore e delle costole, evento scientificamente attestato dai medici dopo la sua morte. Molti testimonieranno di aver visto spesso il cuore tremargli nel petto e che, a contatto con esso, si avvertiva uno strano calore“.

Gufo nella notte 2628409535Nel nostro piccolo, cosa possiamo fare ?

Ognuno chieda allo Spirito Santo la dilatazione del cuore e della fantasia. E domandi anche “occhi di gufo” per vedere nel buio della notte.

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Catacombe di San Sebastiano

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Giovanni Paolo II e il Card. Bergoglio

Nocent Angelo
Ogni tanto, indossatevi qualcosa di rosso per evocare la Passio Christi, IL MARTIRIO DEL CROCIFISSO.
E poi, la strage degli innocenti, santo Stefano, protomartire, i martiri Pietro e Paolo, Ignazio… e, via via, quelli di tutti i tempi, fino ai giorni nostri…Ecce HomoToltegli le vesti gli gettarono addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine,la posero sulla sua testa con una canna nella destra” (Marco 15,16-20)Se non al  martirio di sangue, a quello del cuore, come Maria, siamo tutti chiamati.

Crocifisso e AddolorataIl martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore.

Egli è posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35).

Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate

 

Aspirantato FBF - 8 Dic. 1953 bIl Cresimato a 11 anni

Aspirantato FBF - 8 Dic. 1953 cNello studio del mio “Don” (Don Claudio Privileggi)

Cervignano del Friuli - San Michele arc.1La chiesa parrocchiale della mia infanzia – Ieri

Cervignano del Friuli - Vecchia Parrocchiale San Michele 01Oggi

Angelo Nocent - CresimaOgni tanto fa bene ritornare sui propri passi. Ripensare, ad esempio, a quel giorno in cui ci sono state imposte le mani dal Vescovo che ha invocato il dono dello Spirito Santo su di noi, che è venuto e ci ha resi una pietra viva in quella dimora di Dio in mezzo agli uomini che è la Chiesa, disponibili per le grandi opere di Dio e per i suoi disegni su di noi.

Ognuno ha le sue vecchie foto e fa bene a riprenderle in mano per ringraziare…

Fonte battesimale - Chiesa madre di CervignanoIl fonte battesimale dove sono stato rigenerato.

E penso al dono di Dio…

1214 Lo si chiama Battesimo dal rito centrale con il quale è compiuto: battezzare significa « tuffare », « immergere »; l’« immersione » nell’acqua è simbolo del seppellimento del catecumeno nella morte di Cristo, dalla quale risorge con lui,6 quale « nuova creatura » (2 Cor 5,17; Gal 6,15).

1215 Questo sacramento è anche chiamato il « lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo » (Tt 3,5), poiché significa e realizza quella nascita dall’acqua e dallo Spirito senza la quale nessuno « può entrare nel regno di Dio » (Gv 3,5).

1216 « Questo lavacro è chiamato illuminazione, perché coloro che ricevono questo insegnamento [catechistico] vengono illuminati nella mente ».7 Poiché nel Battesimo ha ricevuto il Verbo, « la luce vera che illumina ogni uomo » (Gv 1,9), il battezzato, dopo essere stato « illuminato »,8 è divenuto « figlio della luce »9 e « luce » egli stesso (Ef 5,8):

II Battesimo « è il più bello e magnifico dei doni di Dio. […] Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d’immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso. Dono, poiché è dato a coloro che non portano nulla; grazia, perché viene elargito anche ai colpevoli; Battesimo, perché il peccato viene seppellito nell’acqua; unzione, perché è sacro e regale (tali sono coloro che vengono unti); illuminazione, perché è luce sfolgorante; veste, perché copre la nostra vergogna; lavacro, perché ci lava; sigillo, perché ci custodisce ed è il segno della signoria di Dio ». San Gregorio Nazianzeno, Oratio 40, 3-4 (Catechismo Chiesa Cattolica)

Cuore nuovoSalmo 84

         (83) Nostalgia di Dio
2Quanto mi è cara la tua casa,

Dio dell’universo!
3Mi consumano nostalgia e desiderio 
del tempio del Signore.
Mi avvicino al Dio vivente, 
cuore e sensi gridano di gioia.

4– 5All’ombra dei tuoi altari, 
Signore onnipotente, 
anche il passero trova un rifugio 
e la rondine un nido
dove porre i suoi piccoli. 
Mio re, mio Dio, 
felice chi sta nella tua casa:
potrà lodarti senza fine.

6Felici quelli che hanno in te la loro forza: 
camminano decisi verso Sion.
7Quando passano per la valle deserta 
la rendono un giardino 
benedetto dalle prime piogge.
8Camminano, e cresce il loro vigore 
finché giungono a Dio, in Sion.
9Signore, Dio dell’universo, 
accogli la mia preghiera, 
ascolta, Dio di Giacobbe. 
10Tu sei il nostro difensore
proteggi il re che hai consacrato.
11Meglio per me un giorno nella tua casa
che mille altrove;
meglio restare sulla soglia del tuo tempio 
che abitare con chi ti odia.

12Un sole e uno scudo tu sei, 
Signore, mio Dio.
Tu concedi misericordia, onore e gioia 
a chi cammina nella tua volontà.
13Beato l’uomo che ha fiducia in te, 
Signore, Dio dell’universo!Cuore03 Mirasole logo scudoesporta2-001