PERCHE’ SOFFRIRE ? CARLO CARRETTO LA VEDE COSI’ – Angelo Nocent

Perché soffrire?

Carlo Carretto dei piccoli fratelli di Gesù

Carretto Carlo dei piccoli fratelli di Gesù…Nella piazza sento dire: “Perché il dolore? perché la sofferenza degli innocenti? perché la morte?”.

Il cielo che per un momento mi era così chiaro, si oscura. Nubi dense si accavallano sul mio povero orizzonte di uomo, di povero, di creatura debole e piena di paure.

Rimango interdetto.

E’ vero e hai ragione di chiedermelo:

  • “Perché tanto soffrire?”.
  • E più ancora: “Perché il male?”.
  • Perché le prigioni? Perché i manicomi? Perché le guerre?
  • Oh l’urlo di tanti malati!
  • Oh l’agonia lenta di tanti morenti!
  • Oh il sudore freddo di chi agonizza!

Torno daccapo e non mi resta che il silenzio.

Parlare accanto a un tormentato dal cancro o a un corpo lacerato vivo che da un incidente stradale che gli distrugge la speranza in pochi istanti, diventa presunzione.

Chi sono io per darti una qualsiasi risposta?

  • E anche se mi fissi con i tuoi occhi pieni di spavento e di lacrime che ti posso dire? 
  • E vuoi che io parli?
  • Hai ancora la forza di ascoltarmi nel tuo strazio?
  • Io non so cosa dirti, fratello.

Ho superato i settant’anni, l’età in cui il salmo dice che sei giunto al termine. Mi fermo, mi siedo vicino a te e col solo diritto di chi come te un po’ ha sofferto, ti dico: la grande fortuna che mi è capitata nella vita è stata quella di conoscere Dio.

Sì, te lo dico nella verità, te lo dico nello spirito: Dio lo conosco. Ho imparato a conoscerlo.  Difatti dico sempre ai miei amici: credo in Dio perché lo conosco.

Cerca ora di seguire il mio ragionamento per un istante. Stringi i denti se soffri, ma ascolta ciò che ti dico.

carlo carretto 2 jpgDa che conosco Dio, so che non mi ha mai preso in giro. So che non mi inganna; questa è la mia forza. La conoscenza di Lui mi ha condotto a confidare in Lui.

L’ho dentro questa esperienza ed è incancellabile.

Ho fiducia in lui:

Ho fiducia anche quando la fiducia è messa alla prova e non capisco niente. Sento di confidare in Lui anche quando il mio orizzonte è buio, arido, doloroso. Direi che questa confidenza è il sunto di settant’anni di cammino.

  • Non ricordo più cosa vuol dire essere religioso.
  • Non ricordo più se sono peccatore o virtuoso: non mi interessa.
  • Mi ricordo che posso fidarmi di Lui.
  • So che non è il tipo da scherzare su di me, so che è fedele.

Sì, è fedele.

E allora, se è fedele, mi spiegherà le cose che ora non riesco a capire. E mi spiegherà anche il perché del dolore, il perché della morte, il perché del male.

  • Un padre non abbandona suo figlio.
  • Un amico non tradisce un amico.
  • E lui è Padre e Lui è amico.
  • Questo te lo dico per esperienza.
  • Non te lo dico soltanto nella fede che è un dono suo, te lo dico nell’eperienza che è conquista nostra, cammino nostro.
  • Non sempre posso capire perché Lui fa così e così.
  • Mi fido di lui.

E se c’è dolore nel mondo, so per esperienza che Lui lo sa e sa trasformarlo in luce, in liberazione, in beatitudine.

Sì, in beatitudine, e sembrerebbe grossa la faccenda e addirittura ridicola.

  • Come è possibile chiamare beato chi piange?

E Lui l’ha chiamato così.

  • Com’è possibile chiamare beato chi è perseguitato?

Ed è Lui che l’ha chiamato così.

  • Leggi le beatitudini e dì pure, tanto Lui non s’offende: qui parla un pazzo o uno che ci nasconde qualcosa. Direi che è l’uno e l’altro. E’ pazzo, ma pazzo d’amore.
  • E in quanto al nasconderci le cose, non possiamo dubitare.  Ce le nasconde.

Ce le nasconde quando è presto e non possiamo portarle, ma più di tutto ce le nasconde per chiederci l’unica cosa di cui non può fare a meno: l’amore, la confidenza.

  • E’ innamorato della confidenza che possiamo avere per Lui.
  • Nulla gli fa più gioia di questo atto che riassume l’amore e il rapporto che vuole stabilire con noi.
  • E’ il massimo che gli possiamo regalare come creature.
  • Non c’è atto di amore più grande, di chi s’abbandona nel buio all’amato offrendo tutto ciò che ha per amore. (…)

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… Eccoti giunto al punto esatto.

  • Se accetti il regno tutto è chiaro, se non lo accetti tutto è oscuro.
  • Se esiste il regno che è la vita eterna, il perché del dolore e della morte ha il suo significato, se non esiste non rimane spiegazione di sorta.
  • E di questo sii certo: non troverai soluzioni da nessuna parte; rimarrai nell’angoscia e nell’oscurità.
  • So che ti dico queste cose nella fede, ma non ho altra lettura. Non esiste altra lettura. (…)

………………………….

…E’ tremendo ciò che capita in un mondo che non accetta la realtà di Dio, la bellezza di Dio e che costruisce col suo contrario: il disordine, le prepotenza, il denaro, il vizio, la guerra.

Penso che a lungo non stia in piedi e crolli nel suo marciume. Qui sì che puoi constatare la terribile realtà di ciò che fa il peccato dell’uomo. Ti stupirai allora della severità di Dio!

Ti parrà impossibile che Lui, predicato come amore, taccia davanti allo sfacelo creato dall’uomo per le disubbidienze alle sue leggi.

Non c’è limite alla violenza della giustizia quando ti vuole dimostrare che: se non è Dio che costruisce la casa invano si affaticano i costruttori. Se Dio non custodisce la città invano veglia la guardia (Salmo 127 [126],1).

Dio è molto più severo dell’uomo e non si spaventa a farti a pezzettini se resisti all’amore.

  • Ti disintegra fino all’ultima cellula.
  • Ti sfascia tutti i sogni.
  • Distrugge le tue velleità.
  • non lascia nulla di sporco, di ambiguo, di oscuro in te.

Pur di averti e farti capire, ti fa nuovo servendosi dei pezzi della tua casa distrutta.

  • Ti fa umile adoperando le tue sconfitte.
  • Ti rifà la verginità con il lezzo delle tue lussurie.
  • Ti porta nel suo Regno, buttando via il sacco di tutti i tuoi errori schifosi.
  • Ti conduce nel deserto e ti abbraccia nel tuo pianto dicendoti: Hai visto che senza di me non puoi far nulla (Giovanni 15,5).

SAM_0323Dio è la tremenda sintesi di tutti gli opposti e in lui, vita e morte si danno convegno; giustizia e misericordia si incontrano, luce e tenebre sono la sua stanza.

Ecco perchè è difficile capire come Lui sa amare e come il suo modo di amare facendoti soffrire, sia il segreto nascosto nei secoli.

  • Io sono morto per te – mi dice sul Calvario – ora impara anche tu a morire un po’ per me.
  • Morendo capirai il segreto.
  • Ma lo capirai solo se morirai per amore come me. (…)

…………………………

…Dio aveva infiniti modi di fare un mondo diverso.

Lui è Dio, è il Dio dell’impossibile.

Poteva fare un mondo senza sofferenze, poteva fare un mondo non assoggettato al dolore, poteva fare suo figlio immerso nelle gioie dell’eros come in un perenne viaggio di nozze. No! Non l’ha fatto.

  • Gli ha lasciato un po’ di eros ma gli ha chiesto di abituarsi all’agape del sacrificio. Gli ha regalato albe stupende, ma gliele ha mescolate a notti di tragedia.
  • Gli ha dato salute e forza e gli ha lasciato dei buchi nel polmoni, o delle cellule impazzite fatte apposta per soffocarlo nel momento in cui non se l’attende.
  • Come terribile metastasi del male.

E’ inutile trovare la scusa che non è Dio che vuole il male, che il dolore è colpa dell’uomo e dell’ecologia distrutta.

  • No, no! Io so che Dio può tutto e, se volesse, potrebbe bloccarmi il cancro che ho addosso e mi distrugge.
  • Non lo fa.
  • A me piace la soluzione di Giacobbe: mi sembra più semplice. E’ lui che mi ha azzoppato.

Discutete pure all’infinito, come i quattro teologi accanto a Giobbe, sul perché del dolore e del perché Dio lasci il dolore su questa terra. Io preferisco dire: “E’ Lui”.

  • E’ Lui che mi ha distrutto i campi.
  • E’ Lui che ha permesso che i nemici uccidano i miei figli.
  • E’ Lui che mia ha portato su questo letamaio.

Non ci sono due potenze. 

Ce n’è una sola: Dio!

Lui può.

Però non interviene e lascia che io soffra, permette che la guerra venga dichiarata, non dice nulla quando quattro boss della mafia mi avvelenano una provincia, lascia che la mano crudele del soldato e del poliziotto torturi il fratello per farlo parlare.

Qui sta una parte del mistero del dolore.

  • Dio permette
  • Dio mi ferisce
  • Dio mi distrugge i raccolti
  • Dio imperversa nella tempesta
  • Dio mi conduce alla morte

Ma è proprio nel ferirmi che tira fuori il meglio di me. Se non fossi ferito, sarei insopportabile nelle mie diaboliche sicurezze. Ferito, rimango calmo e imparo a piangere; piangendo imparo a capire gli altri, imparo la beatitudine della povertà.

E’ così.

Scannabue -Sante Missioni al popolo

Se l’uomo non avesse il dolore, se non passasse nel limite della sofferenza, difficilmente infilerebbe la strada della salvezza. Se in Egitto il popolo avesse avuto la libertà, Mosè non avrebbe potuto convincerlo a tentare l’avventura della liberazione.

Se nel deserto avesse trovato al posto dei serpenti, della fame e della sete, oasi incantate, non sarebbe mai giunto alla terra promessa. Non esiste stimolo a marciare verso il nostro domani, più efficace della nostra sofferenza.

Ed per questo che Dio colpì Giacobbe all’anca.

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…Come capiremmo il riposo senza la stanchezza, la gioia senza il pianto, la luce senza le tenebre, il perdono senza l’odio, la verità senza l’errore? Dio ci tocca nella carne per farci sentire i bisogni del mondo. La tua carne diventa per Dio il libro del suo parlare, l’alfabeto del suo modo d’esprimersi.

Ti punisce per farti come Lui, capace di amare. Ti toglie la salute per farti piccolo e umile, ti dà le tenebre per farti invocare la luce, ti lascia solo perché lo cerchi, ti tocca nella carne per farti sentire la carne del mondo.

E non ha paura di vederti piangere, perché Lui sa il valore delle lacrime. E anche se tu hai l’impressione che sia il caso a farti soffrire e non la sua specifica volontà. Lui ti lascia piangere e tace.

Aspetta che tu riesca a capire.

Capire il legame tra l’amore e il dolore, la morte e la resurrezione, è veramente difficile, quasi impossibile per l’uomo, senza lo Spirito.

  • Hai sempre l’impressione che non dovrebbe essere così, che è impossibile sia così.
  • Pensi che è per sbaglio che tu ti sei ammalato e che è per mancanza di luce quella sera, che tu sei cascato per le scale.

Eppure non è così.

  • Se Dio è Dio,
  • non una goccia di sangue è senza significato,
  • non una cellula fuori di posto,
  • e non esce lacrima da un occhio senza pulirlo meglio.

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… Ma ora vorrei insegnarti un piccolo trucco, fatto apposta per chi ha paura di soffrire o meglio, per chi cerca di soffrire di meno. Il trucco è questo: AMA DI PIU’ PER SOFFRIRE DI MENO.

(da Perché Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoliMorcelliana, Edizioni Dehoniane Bologna)