MONTE CREMASCO E “LE PERIFERIE ESISTENZIALI” – Angelo Nocent

1-_Scan10582Collage48-001

Monte Cremasco – 7 Aprile 2014 – SALA PARROCCHIALE. 

Incontro per una proposta di missionarietà nella Chiesa locale con attenzione privilegiata alle PERIFERIE ESISTENZIALI

Gli invitati sono una decina. Tempo a disposizione : un’ora che equivale a sei minuti a testa per intervenire sulla proposta di aprire la Parrocchia alla missione, sollecitati dalle ripetute provocazioni di Papa Francesco che mostra di avere un cuore aperto sulle molte ferite delle famiglie e lancia forti appelli ai sacerdoti, ai credenti e ai responsabili della vita pubblica perché la famiglia sia al centro della cura, dell’accoglienza misericordiosa ma anche delle concrete scelte politiche.

FamigliaNel messaggio alle “settimane sociali” il papa scrive che la famiglia «è ben più che un tema: è vita, è tessuto quotidiano, è cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e con i valori morali fondamentali, è solidarietà concreta, fatica, pazienza, e anche progetto, speranza, futuro. Tutto questo, che la comunità cristiana vive nella luce della fede, della speranza e della carità, non è mai tenuto per sé, ma diventa ogni giorno lievito nella pasta dell’intera società, per il suo maggior bene comune». 

E dal balcone dell’Angelus, il 15 settembre 2013 aveva detto: «Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti, perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. È l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti». 

Con i sacerdoti è molto esplicito: L’accoglienza − in riferimento alle coppie conviventi – è da esercitare nella verità. «Dire sempre la verità», sapendo che «la verità non si esaurisce nella definizione dogmatica», ma si inserisce «nell’amore e nella pienezza di Dio». Il prete deve, quindi, «accompagnare». Basti pensare, afferma Francesco, ai discepoli di Emmaus, a come «il Signore li ha accompagnati e ha riscaldato loro il cuore».

Papa Francesco invita i suoi preti a intraprendere «strade coraggiosamente creative». E cita esempi vissuti a Buenos Aires, come l’apertura di alcune chiese per tutta la giornata con la disponibilità di un confessore o l’avvio di “corsi personalizzati” per le coppie che intendono sposarsi, ma non possono frequentare i corsi prematrimoniali, perché lavorano fino a tardi.

Cenacolo

Restano prioritarie le «periferie esistenziali», che sono anche «quelle delle famiglie», di cui ha parlato più volte Benedetto XVI, compreso il tema delle seconde nozze. Il nostro compito, dice, è «trovare un’altra strada, nella giustizia».

Ma è alla veglia di Pentecoste che il Papa lancia un forte appello: “Una Chiesa per le periferie esistenziali”. E, che sia ripieno di Spirito profetico, lo si avverte nei successivi passaggi: “Vivere il Vangelo è il principale contributo che possiamo dare. La Chiesa non è un movimento politico né una struttura ben organizzata né una ong”.

La Chiesa, piuttosto, è chiamata ad essere lievito, con amore fraterno, solidarietà e condivisione”. La crisi attuale non è solo “economica” o “culturale”: “È in crisi l’uomo come immagine di Dio; è, perciò, una crisi profonda”. Guai, allora, a “chiuderci in noi”, in parrocchia o nel nostro gruppo. “Quando la Chiesa è chiusa, si ammala. La Chiesa deve uscire verso le periferie esistenziali”.

Poi il Pontefice avverte che bisogna anche fare attenzione a “non chiudere dentro Gesù e a non farlo uscire”. Oggi, ha aggiunto, “viviamo in una cultura dello scontro, della frammentarietà, dello scarto”. E così, purtroppo, “non fa notizia quando muore un barbone per il freddo”. Eppure “la povertà è una categoria teologale perché il Figlio di Dio si è abbassato per camminare per le strade”. Attraverso i poveri “tocchiamo la carne di Cristo”.

Papa Francesco lavanda dei piediUn momento toccante è questo: “Gesù è la cosa più importante. Perciò, vorrei farvi un piccolo rimprovero, fraternamente. Non gridate più: Francesco, Francesco, ma Gesù, Gesù”.

Poi il Papa, dopo Gesù, evidenzia una seconda parola: “preghiera”: “Dobbiamo guardare il volto di Dio, ma soprattutto sentirci guardati”, ha osservato. Ed è importante “lasciarci guidare da Lui”. Così “siamo veri evangelizzatori”. Dobbiamo, quindi, mettere da parte “piani e strategie”, che sono secondari. “La testimonianza che dobbiamo offrire – ha spiegato– non deve essere fatta con le nostre idee, ma con il Vangelo nella nostra vita”. Si tratta di “una sinergia tra noi e lo Spirito Santo”.

Ed ancora: “Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, ma poi scopriamo che è Lui che ci sta aspettando”. “Con stupore scopriamo questo – ha aggiunto – e ciò aumenta la nostra fede”.

Poi evidenzia un pericolo: “il maggior nemico della fede è la paura”. Ma Francesco tranquillizza tutti: “Se andiamo con il Signore siamo sicuri”.

E lascia due consigli:

  • Non essere troppo sicuri in noi stessi, perché così diventiamo più fragili
  • e “pregare il rosario tutti i giorni”.

1-Monte Cremasco Chiesa e oratorioIeri sera noi abbiamo preso in considerazione solamente il tema forte delle “periferie esistenziali”. Abbiamo provato a disquisire e siamo finiti in uno stato confusionale. Don Roberto è tenace e non si arrende per così poco. E fa bene. Così il discorso verrà ripreso.

Dunque, un’ora sprecata? No: un’ora di grazia. Lo Spirito Santo di Gesù invocato fin dall’inizio, ci ha fatto toccare con mano l’impotenza. Io ho dormito male tutta la notte. Poi, all’alba uno spiraglio di luce che non posso tenere solo per me ma che intendo condividere: la missionarietà parrocchiale può passare solo attraverso un “rinnovamento carismatico”: “Ma riceverete la forza dello Spirito Santo, che sta per scendere su di voi. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo”. (At 1,8) 

Da qui scaturisce il mandato: “Gesù si avvicinò e disse: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate, fate che tutti diventino miei discepoli; battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro a ubbidire a tutto ciò che io vi ho comandato. E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo”. (Mt 28, 19-20).

Parlo per me: non posso essere testimone di sole idee, per quanto belle o teologiche siano. Non posso essere testimone di Cristo e del suo Spirito se non vivo una reale esperienza della loro influenza nella mia vita.

Il 22 Novembre 1985, nella chiesa del PIME, viale Monte Rosa, di Milano, in un giorno di grazia, sulla pagina bianca di un libretto che mi è stato illuminante e lo è ancora, “L’ORA DELLO SPIRITO SANTO”, ho riportato a mano quell’esperienza che Paolo comunica ai cristiani di Roma (8, 26-27):

Noi sappiamo che fino ad ora tutto il creato soffre e geme come una donna che partorisce. E non soltanto il creato, ma anche noi, che già abbiamo le primizie dello Spirito, soffriamo in noi stessi perché aspettiamo che Dio, liberandoci totalmente, manifesti che siamo suoi figli.

Perché è vero che siamo salvati, ma soltanto nella speranza. E se quel che si spera si vede, non c’è più una speranza, dal momento che nessuno spera ciò che già vede.

Se invece speriamo quel che non vediamo ancora, lo aspettiamo con pazienza.

Allo stesso modo, anche lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza, perché noi non sappiamo neppure come dobbiamo pregare, mentre lo Spirito stesso prega Dio per noi con sospiri che non si possono spiegare a parole.

E Dio, che conosce i nostri cuori, conosce anche le intenzioni dello Spirito che prega per i credenti come Dio desidera”. (Rm, 8, 22-27).

 Isaia profeta

Isaia profeta

 La strada del Signore

  • Il deserto e la terra arida si rallegrino,
  • la steppa fiorisca ed esulti!
  • Si copriranno con fiori di campo,
  • canteranno e grideranno di gioia;
  • diventeranno belli come il Libano,
  • splendidi come il Carmelo
  • e la pianura di Saron.
  •  
  • Tutti vedranno la gloria del Signore,
  • la sua grandezza e la sua potenza.
  • Ridate forza alle braccia stanche
  • e alle ginocchia che vacillano.
  • Dite agli scoraggiati:

“Siate forti, non abbiate timore!

  • Il vostro Dio viene a liberarvi,
  • viene a punire i vostri nemici”.
  •  
  • Allora i ciechi riacquisteranno la vista
  • e i sordi udranno di nuovo.
  • Allora lo zoppo salterà come un cervo,
  • e il muto griderà di gioia.
  • Nel deserto scaturirà una sorgente,
  • e scorreranno fiumi nella steppa.
  • Tra la sabbia bruciata
  • si formerà un lago,
  • e dalla terra secca sprizzeranno
  • sorgenti d’acqua.
  • Dove ora dimora lo sciacallo,
  • cresceranno l’erba, le canne e i giunchi.
  •  
  • Là ci sarà una strada
  • e si chiamerà la “via santa”.
  • Nessun impuro e nessun empio
  • la potrà percorrere.
  • Sarà il Signore ad aprirla.
  • Il leone e le bestie feroci
  • non la renderanno pericolosa.
  •  
  • La percorreranno tutti quelli
  • che il Signore ha liberato.
  • Arriveranno gioiosi al monte Sion:
  • sul loro volto felicità a non finire.
  • Gioia e felicità rimarranno con loro,
  • tristezza e pianto scompariranno. (Is 35, 1-10) 

concilio_vaticano_ii_2Se noi possiamo osare l’impossibile è perché Niente è impossibile a Lui” (Lc 1,37).

  • Paolo dice espressamente che “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1Cor12, 7; cgr 1Cor 14, 2-6; Ef 4,11-16).
  • E il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium ci dice che lo Spirito Santo “dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere e uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa” (n. 12) 

concilio-vaticano secondoTutto fa presagire IL RISVEGLIO DEI CARISMI su Monte Cremasco. E’ lo SPIRITO SANTO che “con la forza del Vangelo fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo” (ivi 4).

1-MADONNA DELLE ASSI 30032014

Spirito di Dio scendi su di me.
fondimi, plasmami, riempimi, usami.
Spirito di Dio scendi su di me.

Spirito di Dio scendi su di noi.
fondici, plasmaci, riempici, usaci.
Spirito di Dio scendi su di noi.

1-SAM_5544

Quadro venerato nell’antica chiesa della Madonna delle Assi in Monte Cremasco

Ci impegniamo
Noi e non gli altri
Unicamente noi e non gli altri
Né chi sta in alto né chi sta in basso né chi crede né chi non crede.

Ci impegniamo
senza pretendere che altri si impegnino con noi o per suo conto
come noi o in altro modo.

Ci impegniamo
senza giudicare chi non s’impegna
senza accusare chi non s’impegna
senza condannare chi non s’impegna
senza cercare perché non s’impegna
senza disimpegnarci perché altri non s’impegnano.
Sappiamo di non poter nulla su alcuno né vogliamo
forzare la mano ad alcuno, devoti come siamo e come intendiamo rimanere
al libero movimento di ogni spirito più che al successo di noi stessi o dei nostri
convincimenti…
Se qualche cosa sentiamo di potere – e lo vogliamo
fermamente – è su di noi, soltanto su di noi.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo
si muta se noi ci mutiamo
si fa nuovo se alcuno si fa nuova creatura
imbarbarisce se scateniamo la belva che è in ognuno di noi.
L’ordine nuovo incomincia se alcuno si sforza di divenire un uomo nuovo.
La primavera incomincia col primo fiore
La notte con la prima stella
Il fiume con la prima goccia d’acqua
L’amore con il primo sogno…

Ci impegniamo
Per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita.
Una ragione che non sia una delle tanta ragioni che ben conosciamo e che non ci prendano il cuore, un utile che non sia una delle solite trappole generosamente offerte ai giovani dalla gente pratica…

Ci impegniamo
Non per riordinare il mondo
Non per rifarlo su misura ma per amarlo…

Ci impegniamo
Perché noi crediamo nell’amore
La sola certezza che non teme confronti, la sola che basta per impegnarci perpetuamente.

don Primo MazzolariGlobuli Rossi company1-_Scan10585

 

One thought on “MONTE CREMASCO E “LE PERIFERIE ESISTENZIALI” – Angelo Nocent

  1. lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza,
    perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare,
    ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili;
    e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito,
    poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
    ( Romani 8, 26 – 27 )

    Dalla Costituzione dogmatica «Lumen gentium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa
    (Nn. 4. 12)

    LA MISSIONE DELLO SPIRITO SANTO NELLA CHIESA

    Dio Padre affidò al suo Figlio una missione da compiere sulla terra (cfr. Gv 17, 4). Quando fu espletata, venne il momento della Pentecoste. Allora fu inviato lo Spirito Santo per operare senza posa la santificazione della Chiesa, e i credenti avessero così per Cristo accesso al Padre in un solo Spirito (cfr. Ef 2, 18). Questi è lo Spirito che dà la vita, è la sorgente di acqua zampillante per la vita eterna (cfr. Gv 4, 14; 7, 38-39); per lui il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, e un giorno risusciterà in Cristo i loro corpi mortali (cfr. Rm 8, 10-11).

    Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1 Cor 3, 16; 6, 19) e in essi prega e rende testimonianza della adozione filiale (cfr. Gal 4, 6); Rm 8, 15-16 e 26). Egli guida la Chiesa verso tutta intera la verità (cfr. Gv 16, 13), la unifica nella comunione e nel servizio, la provvede di diversi doni gerarchici e carismatici, coi quali la dirige e la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4, 11-12; 1 Cor 12, 4; Gal 5, 22).

    Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, la rinnova continuamente e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo. Infatti lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: Vieni! (cfr. Ap 22, 17). La Chiesa universale si presenta come «un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

    La comunità cattolica dei fedeli, consacrati dall’unzione dello Spirito Santo (cfr. 1 Gv 2, 20.27), non può sbagliare nel credere. Il popolo di Dio gode di questa infallibilità quando nel suo insieme, comprendente gerarchia e laici, esprime il suo consenso universale in materia dottrinale e morale. Per la coscienza della fede, formata con l’assistenza e il sostegno dello Spirito di verità, il popolo di Dio, sotto la guida del sacro magistero, al quale fedelmente si conforma, accoglie non la parola degli uomini ma, qual è in realtà, la parola di Dio (cfr. 1 Ts 2, 13), aderisce indefettibilmente «alla fede una volta per tutte trasmessa ai santi» (Gd 3), con retto giudizio penetra in essa più a fondo e più pienamente l’applica nella vita.

    Lo Spirito Santo, per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, santifica il popolo di Dio, lo guida e lo adorna di virtù. Inoltre, «distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui» ( 1Cor 12, 11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie incombenze e missioni utili al rinnovamento della Chiesa e al suo sviluppo. E’ ciò che dice la Scrittura: «A ciascuno… la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio» ( 1 Cor 2, 7). Questi carismi, straordinari o anche più semplici e più largamente diffusi, sono appropriati alle necessità della Chiesa e perciò si devono accogliere con gratitudine e gioia.

Comments are closed.