DON GIUSSANI PEDAGOGO DELLA FEDE EDUCATORE DEL PENSARE – Angelo Nocent

Più indago e più quest’uomo di Dio per gli uomini,  mi si rivela pedagogo della  fede, educatore del pensare.

 La proposta di Don Giussani altro non era se non un aiuto a percepire la vita come COMPAGNIA CON CRISTO. In altre  parole, una VOCAZIONE  che viene prima di essere preti, monaci, sposati o altro: in primis,  c’è la chiamata di Cristo cui aderire.

La risposta non può essere che quella indicata da Paolo nella lettera ai Colossesi:

 “12Ora voi siete il popolo di Dio. Egli vi ha scelti e vi ama. Perciò abbiate sentimenti nuovi: di misericordia, di bontà, di umiltà, di pazienza, e di dolcezza.

13Sopportatevi a vicenda: se avete motivo di lamentarvi degli altri, siate pronti a perdonare, come il Signore ha perdonato voi.

14Al di sopra di tutto ci sia sempre l’amore, perché soltanto l’amore tiene perfettamente uniti.

15E la pace, che è dono di Cristo, regni sempre nel vostro cuore. A questa pace Dio vi ha chiamati tutti insieme. Siate sempre riconoscenti.

16Il messaggio di Cristo, con tutta la sua ricchezza, sia sempre presente in mezzo a voi. Siate saggi e aiutatevi gli uni gli altri a diventarlo.Cantate a Dio salmi, inni e canti spirituali, volentieri e con riconoscenza.

17Tutto quello che fate, parole e azioni, tutto sia fatto nel nome di Gesù, nostro Signore; e per mezzo di lui ringraziate Dio, nostro Padre” (Col 3, 12-16ss).

Don Giussani ha praticato e insegnato che quello della preghiera è il momento di coscienza più acuto dal quale scaturisce il mio agire di battezzato. Se prego, si verifica un rapporto che non è solamente tra me e Dio: infatti è il medesimo Spirito a parlare nelle diverse membra dell’unico corpo, la Chiesa cui appartengo. Che sia momento comunitario o avvenga nella solitudine della mia casa, la lode (ossia la preghiera salmica delle ORE)  è il gesto più qualificante di un battezzato e cresimato: egli prende coscienza di essere in comunione.

Ma questo momento andrebbe preceduto da una pre-disposizione alla preghiera liturgica attraverso le più disparate e personalizzate metodologie.

Qui viene richiamata la disposizione d’animo con cui Don Giussani, al risveglio, impostava la sua giornata. 

OFFERTA DELLA GIORNATA

Signore, riconosco che tutto da Te viene, tutto è grazia, gratuitamente dato, misterioso, che non posso decifrare, ma che io accetto, secondo le circostante in cui si concreta tutti i giorni e te lo offro, e tutte le mattine te lo offro, e cento volte durante il giorno – se Tu hai la bontà di farmelo ricordare – io te lo offro.

LE DUE GRAZIE CHE IL SIGNORE DONA

Le due grazie che il Signore dona sono la tristezza e la stanchezza. La tristezza perché mi obbliga alla memoria, la stanchezza perchè mi obbliga alle ragioni per cui faccio le cose.

Fa’ o Dio che una positività totale guidi il mio animo, in qualsiasi condizione mi trovi, qualunque rimorso abbia, qualunque ingiustizia senta pesare su di me, qualunque oscurità mi circondi, qualunque inimicizia, qualunque morte mi assalga, perchè Tu che hai fatto tutti gli esseri sei per il bene.

Tu sei l’ipotesi positiva su tutto ciò che io vivo.

AL MATTINO

Uno s’arresta un istante, pensando che quelle ore che gli incombono sono un pezzetto del cammino al destino.

  • Ti riconosco come il mio scopo!
  • Padre nostro che stai nei cieli nel profondo, da cui io nasco.
  • Ti offro la mia giornata.
  • Questa mia giornata la riconosco come un passaggio ulteriore verso di Te, un pezzo del cammino verso di Te.
  •  Aiutami a che io non mi abbandoni alla violenza e sia me stesso,
  • Ami, cioè affermi l’Altro, perché io non mi faccio da me, e perciò debbo rispettare ciò che sono, ciò che Tu mi hai fatto.
  • E debbo rispettare l’altro, e amare l’altro, perché Tu l’hai fatto.

PER I DEFUNTI

Avvenga di me secondo la tua parola”. Per i nostri morti questo si è attuato definitivamente. Essi sono nella dolce casa per cui l’uomo nasce, alla quale l’uomo è chiamato.

  • Adesso vedono il rapporto che c’è fra quella dolce casa definitiva ed eterna e il segno fragile, ma reale di essa, che è la compagnia in cui sono vissuti.
  • E chiedono a noi, dopo l’esperienza fatta, di essere generosi, vigili, sensibili, impegnati senza paura del sacrificio nel vivere questo anticipo della dolce casa a cui siamo incamminati.
  • Ci supplicano di poter dire con maggiore verità quello che cantiamo sovente: “Troppo perde il tempo chi ben non t’ama”.
  • Essi lo sanno. Senza paragone più che prima. E per questo ci incitano che “avvenga di noi secondo la sua parola”.
  • Ci aiutano a dire l’ Angelus con profondità di attenzione, come raramente ci avviene per la distrazione che ci consuma.

PREGIERA DEL MATTINO

  •  Cercare di vivere, alzandomi tutte le mattine, vincendo con la mia risposta la paura dell’essere, la paura del vivere;
  • Cercando di fare tutte le cose bene, nel miglior modo possibile, come se Lui fosse lì a guardarmi;
  • Correggere e lasciarmi correggere
  • E quando sono stato cattivo, provare dolore, un dolore acuto che tende a diventare lieto, chissà come:
  • Tutto questo si chiama, in termini monastici che ripetono San Paolo, “Fare tutto per la gloria di Cristo, perché Cristo sia conosciuto nel mondo”.
  • Tutto è, tutto io farò, tutto io cercherò di fare, “per la gloria di Cristo”.
  • Ti chiedo, o Dio, di rendermi capace di risponderti in tutti i momenti della mia vita,
  • Perché quel che faccio, misteriosamente, serva alla gloria di Cristo,
  • Perché Gesù sia riconosciuto per quello che è,
  • Perché Tu, o Dio diventato uomo, sia riconosciuto, così che “pur vivendo nella carne – come ognuno di noi – io vivo nella fede del Figlio di Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me”.

TU, O CRISTO, SEI VICINO A ME

– Tu, o Cristo, sei vicino a me, sei presente a me,a tutti i miei compagni, per indicarmi e guidarmi nella via della felicità che sei Tu.

  • – Vivo la responsabilità che ho, che mi sento addosso per averTi incontrato, mendicando da Te la fedeltà della memoria e mendicando da Te la capacità di sorprendermi di come la Tua felicità possa già essere vissuta ora.
  • Per esempio, cominciando ad amare non per tornaconto, non per piacere, ma per gratitudine, per gratuità;
  • – essendo generoso nel lavoro, anche se non riconosciuto;
  • – avendo presente che Ti si riconosce per la grazia con cui Ti fai riconoscere e perciò mendicandoTi.
  • – Ho bisogno di Te, ma Ti dimenticherei subito, svaniresti subito dalla mia mente. TI CHIEDO: – “Fatti vedere, fatti sentire, rendimi cosciente di Te”.
  • – E mendico da Te, o Signore, di capire come realizzare la vita, come vivere i rapporti con gli amici, i compagni, il lavoro, vivere le cose come le vivresti Tu in modo che un po’ della felicità che Tu sei si riveli al mio cuore adesso.
  • –  Così che io alla sera sia lieto anche se mi è capitata una cosa grave e possa mantenere, paradossalmente, nel fondo del cuore la letizia.
  • – “Siate lieti”, l’hai detto Tu, “siate lieti, ve lo ripeto; siate lieti”. “Tutto quello che vi ho detto ve l’ho detto affinchè la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Non nell’al di là. Nell’aldiqua.

MA DON GIUSSANI HA EDUCATO IL MOVIMENTO  A DELLE PREGHIERE SEMPLICI MA INTENSE, LE STESSE CHE HANNO PORTATO ALLA SANTITA’ QUEI TANTI UOMINI E DONNE DEL NOSTRO TEMPO CHE GIOVANNI PAOLO II HA BEATIFICATO E POSTO AGLI ONORI DEGLI ALTARI:

PREGHIERA DEL PADRE L. DE GRANDMAISON

Santa Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo, puro e limpido come acqua di sorgente.
Ottienimi un cuore semplice, che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze; un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione, un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male.
Formami un cuore dolce e umile che ami senza esigere di essere riamato, contento di scomparire in altri cuori, sacrificandosi davanti al Tuo Divin Figlio;

un cuore grande e indomabile, così che nessuna ingratitudine lo possa chiudere e nessuna indifferenza lo possa stancare: un cuore tormentato dalla Gloria di Cristo, ferito dal Suo amore, con una piaga che non si rimargini se non in cielo.

DON GIUSSANI CREDEVA NELL’INTERCESSIONE DEI SANTI E NON SDEGNAVA DI INVITARE GLI STUDENTI AD ALCUNE PRATICHE DEVOTE:

PREGHIERA A S. GIUSEPPE DA COPERTINO

Protettore degli esaminandi

Confidate in Dio, figliuoli, e sperate che lui solo vi può provvedere: e lui vi provvederà. Gli uomini mancano, ma Dio non manca mai. (S.Giuseppe da Copertino)”

PREGHIERA DELLO STUDENTE IN PROSSIMITÀ DEGLI ESAMI

Eccomi ormai prossimo agli esami, protettore degli esaminandi, S.Giuseppe da Copertino. La tua intercessione supplisca alle mie manchevolezze di impegno e donami, dopo aver sperimentato il peso dello studio, la gioia di gustare una giusta promozione.

 La Vergine Santa così premurosa nei tuoi riguardi, si degni di guardare con benevolenza verso questa mia fatica scolastica e la benedica così che per mezzo di essa e possa aprirmi ad un servizio più attento e più qualificato verso i fratelli. Amen.

COME NON MANCAVA QUESTO INVITO:

PREGHIERA A S. RICCARDO PAMPURI PER I MALATI

 Signore Gesù, che facendoti uomo, hai voluto condividere le nostre sofferenze, ti supplico, per l’intercessione di San Riccardo Pampuri di aiutarmi a superare questo difficile momento della mia vita.
Come un giorno hai dimostrato una particolare predilezione verso i malati, così ora rivela anche a me la tua bontà.
Ravviva la mia fede nella tua presenza e dona a quanti mi assistono la delicatezza del tuo amore

Preghiera a San Riccardo Pampuri

San Riccardo hai camminato un tempo per le strade della nostra terra,
hai pregato nel silenzio delle nostre Chiese,
hai servito con amore ed intelligenza gli ammalati nelle nostre case,
sei stato accogliente verso ogni persona che ti ha cercato.
Oggi, come un tempo i tuoi malati, anch’io ti cerco e mi rivolgo a te perché tu mi aiuti a guarire nel corpo e nello spirito e mi ottenga dal Signore la tua stessa fede.

 PREGHIERA PER I MALATI

 Per intercessione di Maria, salute degl’infermi, di san Raffaele Arcangelo, Medicina di Dio, dei santi Giovanni di Dio, Camillo de Lellis e Riccardo Pampuri, la potenza del nome di Gesù (che non sa dire di no a Sua Madre), si manifesti sulla nostra amica/o.

Non per i nostri meriti ma per la fede della Sua Chiesa lo supplichiamo di distrugga alla radice il male di ….

FORMULA letta dagli aspiranti Memores Domini durante la messa in occasione delle “professioni”.

Sicuro della fedeltà di Dio, alla presenza Sua e della Comunità, chiedo a Gesù Cristo, unica mia salvezza, che tra le vicende della vita il mio cuore resti fisso in Lui, dove è la liberazione del mondo e la vera gioia.

Affido questo impegno alla Vergine Maria, Madre della Chiesa, e le chiedo un amore sempre più grande per il popolo dei credenti.

>>>>  MEMORES DOMINI

_Scan10553